Molti proprietari si trovano impreparati davanti al comportamento del proprio cane che, apparentemente senza motivo, ingoia oggetti non commestibili: calzini, plastica, carta, sassi, bastoncini, addirittura pezzi di tessuto, penne o fili elettrici. Questo fenomeno, purtroppo più diffuso di quanto si pensi, può essere sintomo di un disturbo comportamentale chiamato pica o picacismo. Si tratta di una condizione complessa, pericolosa per la salute dell’animale, spesso sottovalutata ma che deve essere tempestivamente riconosciuta e gestita con attenzione specialistica.
Cos’è il picacismo e cosa implica
Il picacismo è definito come il comportamento compulsivo che porta il cane a ingerire ripetutamente materiali non alimentari, privi di qualsiasi valore nutritivo. La pica non va confusa con quella curiosità esplorativa tipica dei cuccioli che masticano oggetti per conoscere il mondo; nel picacismo si parla di una ripetizione sistematica e ossessiva nel tempo di un’azione potenzialmente dannosa. Il cane affetto da questo disturbo sembra attratto da tutto ciò che non dovrebbe essere ingerito, ignorando il cibo vero e proprio e ricercando appositamente corpi estranei.
Gli oggetti più frequentemente ingeriti includono:
- plastica, sacchetti e contenitori
- carta, cartone, fazzoletti
- mozziconi di sigaretta, stoffa o cordini
- sassi, ghiaia e terriccio
- giocattoli o accessori vari presenti in casa
Il picacismo può essere episodico o cronico, sviluppandosi a qualsiasi età ma con maggiore frequenza nei cuccioli e nei cani giovani. Nei piccoli può spesso rientrare tra i comportamenti esplorativi, ma se persiste oltre i primi mesi di vita va visto come una possibile spia di problematiche profonde sia sul piano fisico che psichico.
Conseguenze e rischi per la salute
Ingoiare corpi estranei mette fortemente a rischio la salute del cane. I principali pericoli legati al picacismo sono:
- Avvelenamento: molti oggetti possono contenere sostanze tossiche (plastica, detergenti, metalli).
- Ostruzione gastrointestinale: oggetti voluminosi o non degradabili possono ostruire in modo totale o parziale lo stomaco o l’intestino, causando vomito, dolori, blocco del transito, disidratazione e, nei casi più gravi, necrosi dei tessuti intestinali.
- Lesioni meccaniche: oggetti appuntiti o taglienti possono ferire gravemente la bocca, l’esofago o la mucosa intestinale.
- Peritonite: nel caso di perforazione intestinale da parte di un corpo estraneo, può subentrare un’infezione estesa dell’addome che pone l’animale in pericolo di vita.
- Endotossiemie sistemiche: la proliferazione di batteri nella zona lesionata o ostruita permette a tossine pericolose di entrare in circolo, con danni potenzialmente mortali agli organi vitali.
I segnali di allarme che il proprietario deve riconoscere includono:
- vomito ripetuto, specie dopo mangiato o bevuto
- letargia e abbattimento
- scomparsa dell’appetito, disidratazione, dimagrimento
- difficoltà nella defecazione o, al contrario, diarrea improvvisa
- dolori addominali, agitazione improvvisa o improvviso isolamento
In presenza di questi sintomi, il cane deve essere portato urgentemente dal veterinario. Spesso infatti è necessario un intervento immediato per rimuovere l’ostruzione, tramite endoscopia o chirurgia, oltre a trattamenti intensivi per gestire le complicanze già sviluppate.
Cause e fattori di rischio
Le cause del picacismo sono molteplici e spesso interconnesse. Possiamo suddividerle in cause fisiologiche e cause psicologiche:
Cause fisiologiche
- Disturbi nutrizionali: carenze di microelementi specifici (ad es. ferro, zinco, fibre), alimentazione inadeguata o non sufficiente possono indurre il cane a cercare “altro” da mangiare.
- Patologie gastrointestinali croniche o parassitosi possono interferire con la normale sensazione di sazietà e spingere verso la ricerca di oggetti non alimentari.
- Problemi metabolici o legati alla funzionalità ormonale (ad es. ipotiroidismo, diabete) possono alterare il comportamento alimentare.
Cause psicologiche e comportamentali
- Noia e mancanza di stimoli: un cane poco stimolato, lasciato solo per molte ore o senza adeguato arricchimento ambientale può sviluppare abitudini autodistruttive come il picacismo.
- Ansia da separazione: alcuni animali manifestano questa forma di disagio ingoiando oggetti appartenenti al proprietario (calzini, indumenti, coperte).
- Richiesta di attenzione: comportamenti gravi possono insorgere in cani che non ricevono la giusta quantità di attenzioni, oppure che le vivono in modo conflittuale.
- Cause ereditarie/razze predisposte: alcune razze sono più inclini di altre a sviluppare forme compulsive di ingestione, come beagle, jack russell e labrador.
Non di rado più fattori agiscono insieme, rendendo la diagnosi particolarmente complessa e richiedendo la collaborazione tra veterinario, comportamentalista e, talvolta, nutrizionista animale.
Prevenzione e soluzioni pratiche
La prevenzione e la gestione del picacismo richiede un intervento multidisciplinare:
- Ambiente sicuro: evitare di lasciare a portata di bocca qualsiasi oggetto potenzialmente pericoloso (calzini, piccoli giocattoli, fili elettrici, piante tossiche). Utilizzare giochi adatti e certificati per la specie e morfologia del cane.
- Arricchimento ambientale: fornire strumenti che tengano impegnata la mente e il corpo dell’animale, come giochi interattivi, passeggiate frequenti, attività olfattive, esercizi di problem solving.
- Attenzione all’alimentazione: valutare con il veterinario la dieta più corretta, correggere eventuali carenze nutrizionali, integrare fibre o elementi specifici ove necessario.
- Routine e regole chiare: stabilire orari regolari per il cibo, i giochi e la passeggiata per ridurre ansia e insicurezza.
- Supporto comportamentale: ove necessario, lavorare con un educatore cinofilo o un veterinario comportamentalista per correggere comportamenti compulsivi, gestire l’ansia e rafforzare le risposte positive.
- Monitorare e sorvegliare attentamente il cane, soprattutto in ambiente domestico e in presenza di bambini che potrebbero lasciare facilmente oggetti in giro.
In caso di ingestione evidente di oggetti estranei, non tentare rimedi casalinghi: non indurre il vomito senza stretto controllo veterinario, poiché si rischia di peggiorare la situazione. Prima si interviene, minori saranno i rischi per la salute complessiva del cane.
Il benessere e la sicurezza dell’animale dipendono in buona misura dalla prevenzione e dalla tempestiva identificazione del problema. Il coinvolgimento attivo del proprietario nella gestione dell’ambiente e nella stimolazione emotiva del proprio cane rappresenta il primo e fondamentale passaggio per evitare che il picacismo diventi un pericolo per la vita. Per capire meglio altri disturbi del comportamento alimentare nel cane è possibile consultare anche la psicologia canina e affidarsi sempre al supporto di professionisti qualificati.