Nell’esperienza quotidiana, molti di noi si sono trovati ad apprezzare odori che a prima vista potrebbero sembrare sgraditi, sorprendenti o addirittura spiacevoli per altri. Odori come quello della benzina, della pioggia sull’asfalto, del formaggio stagionato o del tabacco rappresentano solo alcuni esempi di “fragranze” la cui attrattiva può apparire misteriosa. Questo fenomeno, benché spesso associato a semplici gusti personali, affonda le sue radici nei più complessi meccanismi del sistema olfattivo umano, nella nostra memoria e nell’emotività. La chiave per comprendere perché il cervello possa portarci ad amare odori considerati strani da altri, sta nella biologia dell’olfatto, nell’intreccio con i ricordi e nella forza delle emozioni veicolate dagli aromi.
Il viaggio degli odori dal naso al cervello
Ogni volta che respiriamo, piccole molecole odorose entrano nel nostro naso e si legano ai recettori olfattivi. Da qui, il segnale chimico viene tradotto in impulso elettrico e viaggia verso il bulbo olfattivo, una struttura situata alla base del cervello. A differenza degli altri sensi, che attraversano una sorta di centro di smistamento prima di raggiungere le aree superiori, le informazioni olfattive vengono inviate direttamente a zone del cervello particolarmente sofisticate: l’amigdala, responsabile delle emozioni, e l’ippocampo, che gestisce la memoria e l’apprendimento. Questa “corsia preferenziale” dell’olfatto consente agli odori di avere un impatto particolarmente intenso e immediato sul nostro stato emotivo e sui nostri ricordi.
Proprio attraverso questo percorso privilegiato, alcuni odori possono assumere un significato personale, anche molto diverso da individuo a individuo. La risposta immediata a un profumo, dunque, non è solo una questione di composizione chimica, ma riflette un’esperienza molto più vasta che coinvolge il nostro passato e la nostra costruzione emotiva.
I “profumi strani”: un catalogo emotivo
Quando si parla di odori “strani” o “insoliti” che attirano alcune persone, si fa spesso riferimento a essenze comunemente considerate sgradevoli o comunque poco convenzionali. L’elenco può essere vastissimo:
- L’odore della benzina e degli idrocarburi
- Il profumo di terra bagnata dopo la pioggia (petricore)
- Il sentore pungente del formaggio stagionato o del gorgonzola
- L’aroma speziato della vernice fresca
- L’odore di libri antichi e vecchie biblioteche
- Il fumo di tabacco (anche per chi non fuma)
- L’effluvio di benzaldeide, tipico di alcune ciliegie e delle mandorle amare
- Il profumo di legno bruciato
- L’odore di mare o alghe
Alcuni di questi aromi possono risultare addirittura repellenti a chi non li associa a esperienze piacevoli, mentre altri li trovano irresistibili. Questa variabilità non dipende solo dal naso, ma soprattutto dal modo in cui il cervello ha “etichettato” quell’odore nel corso della vita.
Perché il cervello ci fa amare profumi insoliti?
Le neuroscienze e la psicologia olfattiva hanno evidenziato che l’attrazione verso odori peculiari nasce dall’intima relazione tra odori, emozioni e memoria. Il cervello umano archivia ogni esperienza odorosa insieme allo stato emotivo provato in quel momento. Se sperimentiamo una sensazione positiva mentre siamo esposti a un aroma insolito, il sistema limbico lo archivierà come qualcosa di piacevole. Psicologi e neuroscienziati parlano di “effetto Proust”, in riferimento al celebre scrittore che descrisse la potenza evocativa di un profumo capace di innescare reminiscenze vivide e dettagliate.
A livello neurobiologico, l’amigdala registra e associa le emozioni agli odori mentre l’ippocampo lega questi odori ai ricordi specifici. Una persona che ha trascorso l’infanzia giocando vicino ad una pompa di benzina potrebbe associare l’odore della benzina a sensazioni di sicurezza o allegria. Un altro individuo potrebbe invece provare disagio al medesimo stimolo.
Non bisogna poi sottovalutare l’elemento culturale. Ci sono odori “strani” tradizionalmente apprezzati in alcune culture e trascurati in altre. Il formaggio molto stagionato, oppure il pesce fermentato, sono delizie in certi paesi ma possono suscitare repulsione altrove. La capacità del cervello di “riprogrammare” l’apprezzamento verso odori inusuali testimonia la sua grande plasticità.
Fattori che influenzano l’attrazione verso odori insoliti
La risposta soggettiva e affettiva agli odori insoliti dipende da molteplici fattori, tra cui:
- Storia personale e ricordi: gli odori legati a momenti felici del passato vengono rivalutati emotivamente. Un odore di vernice fresca potrebbe ricordare a qualcuno l’emozione di una nuova casa.
- Abitudini culturali: l’influenza della cucina, della tradizione e della storia locale fa sì che alcuni profumi insoliti vengano percepiti come familiari o addirittura desiderabili.
- Predisposizione genetica: alcune persone sembrano possedere varianti genetiche che rendono più o meno sensibili a specifiche molecole odorose.
- Atmosfere suggestive: la presenza di luci soffuse, musica o particolari ambientazioni può aumentare l’attrattività di profumi fuori dall’ordinario.
- Stato emotivo: in particolare durante momenti di nostalgia, felicità o malinconia, il cervello può reinterpretare un odore fino a renderlo piacevole.
Va ricordato che il fenomeno dell’attrazione verso odori insoliti non ha quasi mai un’origine puramente razionale. Spesso si tratta di una risposta che nasce “di pancia”, in modo ovvero inconscio, prima ancora che ne siamo consapevoli, a causa proprio della corsia preferenziale con cui l’olfatto raggiunge le zone del cervello preposte alle emozioni.
Un mistero affascinante, tra biologia e psicologia
La scienza dell’olfatto resta ancora oggi uno dei campi più affascinanti e misteriosi delle neuroscienze moderne. Gli studi dimostrano che ogni individuo vive una relazione personale e profonda con gli odori, che si intreccia continuamente tra biologia, esperienza e cultura. Gli aromi “strani” e il piacere che ne ricaviamo raccontano una storia intima, fatta di ricordi, emozioni e desideri spesso difficili da verbalizzare, ma che lasciano un segno intenso e duraturo nella nostra memoria e nelle nostre emozioni quotidiane.
Capire perché amiamo odori ritenuti bizzarri o insoliti significa quindi immergersi nell’universo complesso della percezione, dove l’olfatto si rivela non solo il più antico tra i sensi umani, ma anche uno dei più potenti veicoli di emozioni e piacere.