Se non hai pagato l’IMU, la legge italiana stabilisce che il Comune può richiederti il pagamento dell’imposta soltanto entro un termine ben preciso: la prescrizione dell’IMU è di 5 anni. Questo periodo comincia a decorrere a partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui l’IMU doveva essere pagata. Ad esempio, se avresti dovuto pagare l’IMU nel 2020, il termine di prescrizione parte dal 1° gennaio 2021 e scade il 31 dicembre 2025. Se entro questa data non hai ricevuto alcuna notifica di accertamento, il Comune non potrà più legalmente chiederti il pagamento dell’imposta non pagata.
Che cosa si intende per prescrizione dell’IMU?
La prescrizione è un principio giuridico secondo cui, trascorso un certo periodo di tempo senza che l’ente creditore (in questo caso il Comune) abbia attivato iniziative concrete per riscuotere il credito, il diritto di quest’ultimo si estingue. La prescrizione opera a tutela del contribuente, garantendo certezza delle situazioni giuridiche e prevenendo richieste tardive.
Nel caso dei tributi locali, come IMU, TARI, TASI e altre imposte sugli immobili, il periodo di prescrizione è fissato in cinque anni.
Quando decorre la prescrizione e come si interrompe?
Il termine di prescrizione inizia, secondo la normativa vigente, dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui il pagamento doveva essere effettuato.
Per esemplificare: per l’IMU dovuta nel 2019, il termine parte dal 1° gennaio 2020 e termina il 31 dicembre 2024.
Tuttavia, il Comune può interrompere la prescrizione inviando un qualsiasi atto formale di accertamento, sollecito o cartella esattoriale nei confronti del contribuente. Ricevuto uno di questi atti, il termine dei 5 anni riparte da capo dal momento della notifica.
- Se ricevi un avviso di accertamento entro il quinto anno, la prescrizione riparte dalla data di notifica.
- Ogni notifica valida (sia essa un avviso, un sollecito o una cartella) interrompe la prescrizione e la fa ripartire nuovamente per altri cinque anni.
Questo meccanismo, di fatto, può prolungare anche di molto la possibilità per il Comune di esigere il pagamento se continuano ad arrivare avvisi nei tempi previsti.
Decadenza e prescrizione: differenze chiave
Spesso si confondono i termini decadenza e prescrizione, ma per il fisco italiano si tratta di concetti distinti e complementari. La decadenza si riferisce:
- al termine massimo entro il quale il Comune deve notificare l’avviso di accertamento per omesso o insufficiente pagamento dell’IMU (di norma, cinque anni dal momento in cui il tributo doveva essere versato);
- se il Comune non notifica l’accertamento entro questo periodo, decade dal diritto di esigere la somma;
- la prescrizione, invece, è il periodo entro cui l’ente può agire concretamente, anche dopo la notifica, per riscuotere il credito.
Così, se il Comune non si attiva entro i 5 anni dalla scadenza originaria del tributo, tu, come contribuente, sei liberato dall’obbligo di pagamento per intervenuta prescrizione/decadenza.
Cosa succede se arriva un avviso dopo 5 anni?
Se ricevi una richiesta di pagamento, un avviso di accertamento o una cartella esattoriale relativa all’IMU dopo che sono trascorsi più di 5 anni dalla scadenza del tributo senza che tu abbia mai ricevuto notifiche precedenti, puoi presentare un’istanza di annullamento per prescrizione presso l’ente creditore, oppure fare ricorso presso la Commissione Tributaria.
Nel caso più tipico, il Comune potrebbe inviare una richiesta su annualità molto vecchie, i cosiddetti “avvisi tardivi”; qui entra in gioco la tutela della prescrizione. Il contribuente, però, deve sempre verificare che nei 5 anni in questione non siano stati notificati altri atti interruttivi (avvisi, solleciti o cartelle).
- Se non hai mai ricevuto nulla e sono già trascorsi 5 anni, hai il diritto di opporre la prescrizione e non pagare l’importo richiesto.
- Se invece hai ricevuto almeno una notifica valida entro i 5 anni, la prescrizione riparte dalla data di quella ricezione e dovrai controllare nuovamente il decorso dei successivi 5 anni.
In generale, la prescrizione dell’IMU costituisce un potente strumento di difesa contro richieste di pagamento illegittime o tardive.
Cosa fare in caso di richiesta di pagamento fuori termine?
Se ricevi una richiesta di pagamento per annualità ormai prescritte, puoi:
- Verificare la correttezza dei termini, controllando le eventuali notifiche ricevute negli ultimi 5 anni;
- Presentare un’istanza di annullamento in autotutela presso l’ente creditore, motivando la richiesta per intervenuta prescrizione;
- Qualora l’istanza venga rigettata o non abbia esito, hai la facoltà di proporre ricorso alla Commissione Tributaria competente;
- Conservare tutte le prove relative alle notifiche ricevute e ai termini decorrenza (ricevute di invio, raccomandate, PEC ecc.);
- Rivolgerti eventualmente a un professionista per essere seguito in modo specifico nella procedura.
In ogni caso, è fondamentale non ignorare le comunicazioni che ti arrivano dal Comune, poiché ogni atto notificato nei termini può riaprire la finestra dei 5 anni ed esporre nuovamente il contribuente alla richiesta di pagamento.
Eccezioni alla regola: il caso della dichiarazione omessa
In alcuni casi previsti dalla legge, il termine di decadenza e prescrizione può aumentare a sei anni, se la contestazione riguarda la mancata presentazione della dichiarazione IMU. In questo caso, il Comune può procedere con l’accertamento per un periodo più lungo rispetto all’ordinario quinquennio.
Per comprendere meglio il funzionamento della prescrizione nei tributi, puoi approfondire anche la voce tributo su Wikipedia.
La disciplina della prescrizione dell’IMU, quindi, garantisce un quadro di certezza sia per i contribuenti che per i Comuni, imponendo termini precisi e non derogabili per la notifica degli atti di accertamento e per l’esercizio del diritto di credito, a tutela del principio di legalità e della stabilità nei rapporti tra amministrati ed ente pubblico.